Orientamento - R.U. Contributo di Alessandra Millevolte
Pubblicata il 07-09-2021
È dal 1982 che opero professionalmente nel campo della grafologia dell’orientamento e della consulenza aziendale: i miei clienti sono i ragazzi che devono scegliere il percorso degli studi e sono quasi sempre incerti e confusi, i loro genitori che vorrebbero aiutarli nella scelta, i lavoratori che devono reinventarsi il percorso professionale a seguito di una crisi o quelli che non riescono più a svolgere un’attività – anche sicura e ben remunerata – che non dà loro soddisfazione e possibilità di realizzazione, gli imprenditori che devono scegliere nuove risorse da inserire in azienda o creare team di lavoro efficaci. In tutti questi anni il mondo dell’istruzione e quello del lavoro hanno subito in tutti questi anni profondi cambiamenti che hanno sollecitato, anzi direi costretto il grafologo che opera in questi settori a un aggiornamento continuo e a un’innovazione degli approcci, dei metodi di lavoro, dei criteri di valutazione e di consulenza orientativa. Quel che non è cambiato è, nella mia esperienza, il valore dell’aiuto che l’analisi grafologica può dare alla scelta: in particolare, nel caso dell’orientamento, un aiuto alla persona per lo sviluppo dell’autoconsapevolezza, grazie all’ individuazione che dalla scrittura è possibile fare delle risorse interiori, dei punti di forza e di debolezza, della consistenza delle motivazioni e degli interessi espressi, dei bisogni caratterizzanti e ineludibili.
Non sempre, ovviamente, quello che emerge dalla scrittura può tradursi in un orientamento concretamente perseguibile: a volte la situazione economica, il contesto familiare e sociale, le opportunità offerte dal luogo in cui si vive, le esperienze scolastiche precedenti o altre contingenze inducono a scelte non perfettamente in linea con le proprie attitudini, ma anche in questo caso l’analisi grafologica può offrire un contributo prezioso, per comprendere come poter “recuperare” spazio espressivo per le proprie inclinazioni, quali difficoltà si potranno incontrare nell’affrontare uno studio per cui non si è “attrezzati” e su quali strategie e caratteristiche personali fare leva per superarle. Nel corso dei miei quasi quarant’anni di attività mi è anche capitato di fare orientamento grafologico a due generazioni: genitori che all’epoca della scelta delle scuole superiori o dell’università avevano ricevuto un consiglio illuminante hanno voluto poi offrire la stessa opportunità ai loro figli, a testimonianza di quanto può essere coinvolgente e importante l’esperienza di un confronto guidato alla conoscenza di sé attraverso la propria scrittura. E le espressioni di sorpresa, ma anche di sollievo dei ragazzi – così come degli adulti - quando si parla di loro attraverso la scrittura, la sensazione che rimandano di “sentirsi capiti”, di comprendere finalmente il perché di certe difficoltà e di cominciare a scoprire le loro ricchezze interiori, sono una impagabile ricompensa all’impegno profuso e un formidabile attivatore motivazionale, la conferma che grazie alla grafologia è possibile offrire un aiuto davvero concreto alle persone nel loro percorso di orientamento: allo studio, al lavoro, alla vita.
Anche nel caso della scelta del personale la grafologia risulta preziosa: per comprendere, al di là di quanto può emergere da un curriculum o da un colloquio di lavoro, quali sono le reali potenzialità dell’individuo, qual è il tipo di contesto in cui riesce a esprimere al meglio le proprie competenze e di quale ulteriore formazione ha bisogno per crescere e migliorare sia le performance che la sua soddisfazione e realizzazione nel lavoro. Oggi il vero valore di un’impresa è costituito dalle Persone e poterle conoscere, nelle loro aspirazioni e bisogni reali, nelle loro motivazioni, nei punti di forza e nelle aree di miglioramento, rappresenta un requisito di importanza fondamentale per inserirle al meglio, pianificare un percorso di crescita professionale realmente rispondente alle esigenze e alle possibilità del lavoratore.
Certo sapere che dal mio giudizio potrebbe dipendere l’inserimento o l’esclusione di una persona sollecita non sempre lascia tranquilli, ma ciò che ritengo particolarmente interessante della consulenza grafologica alle aziende è che si tratta di uno strumento per così dire democratico, bilaterale: i vantaggi che apporta non sono solo per l’azienda che la richiede, ma anche per l’individuo che viene analizzato e a cui spesso – nella mia esperienza – il risultato dell’analisi viene riferito, perché l’inserimento in un contesto sbagliato, in un’attività che mette a dura prova le capacità di resistenza o che non è in grado di gratificare le aspettative e esigenze di tipo non economico che ciascuno porta con sé, non può che causare, nel tempo, un’insoddisfazione che si ripercuote non solo sulla qualità del lavoro, ma anche su quella dei rapporti e della vita personale.
Qualche volta mi è capitato che gli esiti dell’analisi grafologica non coincidessero con i risultati dei test di selezione o con le valutazioni del responsabile delle risorse umane o dell’imprenditore: a mio avviso la persona non era adatta a svolgere un determinato ruolo, mentre aveva ottenuto un buon punteggio ai test o fatto una buona impressione al selezionatore; così in questi casi mi sono messa in discussione, interrogata su dove avessi sbagliato, ma dopo un certo tempo è sempre arrivata, puntuale, la conferma di quanto risultava dall’analisi: l’essere umano è ricco di risorse e in determinati contesti e circostanze può risultare in grado di mettere in atto comportamenti determinati dalla forza di volontà e dalla capacità di autocontrollo; tuttavia nei momenti critici, sotto pressione o quando le condizioni di lavoro mettono alla prova e fanno emergere i “punti di rottura”, allora le reazioni dell’individuo rispecchiano la natura di fondo e le caratteristiche che la scrittura esprime, a riprova della “potenza” della grafologia e del grande senso di responsabilità e di rispetto per l’altro che deve connotare il lavoro del grafologo.
Alessandra Millevolte
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